domenica 28 settembre 2025

Ecco che un giornale parló del mio libro Le Statue di Ebano.......

 Quest'oggi voglio condividere con voi quel giorno in cui uscí, in uno dei giornali della mia provincia, questo articolo che ha annunciato la nascita del mio romanzo.

É stato senz'altro un giorno importante, nessuno scrive mai di me.... :-) Spero vi possiate immergere in questa lettura, corta ma molto esaustiva sulla mia storia vera . Ecco qui l'articolo copiato per voi, e anche la foto (immancabile)

TUTTO QUELLO CHE HO IMPARATO SUL MONDO DELLA COOPERAZIONE

Parte da Selva del Montello e arriva all’Africa, passando per Venezia, Milano e la Catalogna, la Strada di Michela De Marchi, autrice del libro “Le Statue di Ebano, la mia vita in Africa”. La cooperazione internazionale e lo sviluppo di progetti sociali ed economici sono al centro della sua attenzione ormai da molto anni, anche grazie al sostegno economico dell’azienda farmaceutica per cui lavora a Barcellona nel settore amministrativo.

Il titolo del volume, dato alle stampe ai primi di luglio, prende spunto da un episodio specifico.

“Mi trovavo in un mercato e avevo visto alcune statue fatte con quel legno tipico dell’Africa Occidentale: mi piacevano molto (a casa ne ho molte e tante le ho anche regalate) e mi sono messa a negoziare sul prezzo di una che volevo portare a mio padre. Raffigurava una donna e il venditore non voleva cedere su un paio di euro, partendo da un valore di 50. Alla fine l’ho spuntata io, mentre un turista normale avrebbe pagato il primo prezzo proposto È stato un episodio significativo, di cui racconto anche nel testo”. Michela, dopo gli studi in economia del Turismo a Ca’ Foscari, si è trasferita a Milano una ventina di anni fa. “È qui che ho visto una locandina che proponeva dei corsi di volontariato in Africa. Quando andavo alle medie mi era rimasta impressa la testimonianza di una cooperante che aveva lavorato in Sudamerica con progetti di  sviluppo e aiuto alle popolazioni locali: allora, nel 1990, non mi sarebbe stato possibile, ma poi ho colto l’occasione e mi sono dedicata anche io alla cooperazione”.

Il riferimento formativo è stato all’interno del movimento umanista, organizzazione internazionale di volontari nata in Argentina nel 1969. “Sono stata una quindicina di volta in Senegal, due volte in Mali e in Uganda. Qui la mia azienda mi ha finanziato un progetto di ampliamento di una scuola, per costruire un dormitorio per bambini orfani: ero in contatto con una mia amica che mi aveva raccontato di come i bambini dormissero per terra. Con poche migliaia di euro abbiamo completato l’opera, di cui ho seguito personalmente il progetto. Ho sviluppato anche un’azienda per il riscatto delle donne che soffrono di albinismo, doppiamente discriminate per la loro malattia”.

Il libro, in forma di romanzo autobiografico, non è la prima esperienza di scrittura per Michela, che collabora con un settimanale catalano, dove cura la pagina dedicata agli stranieri residenti in Spagna. Il ricavato della vendita sosterrà altre iniziative. “Ho in mente un progetto più duraturo per i bambini abbandonati in Senegal”. Il testo si trova nelle cartolibrerie Martini, Brunello e Zanatta di Volpago e anche alla 2M di San Pelaio. “Se dovessi sintetizzarlo, lo definirei come il racconto di tutto quello che ho imparato sul mondo della cooperazione, sulla società africana e la storia con i suoi problemi economico politici attuali” – Mirco Cavallin



lunedì 22 settembre 2025

Cosa ho imparato in 20 anni di volontariato in Africa

 

Se potessi parlare tanto credo che potrei riempire un’ora di discorso su questo tema. Ma voglio essere sintetica e veloce, cosí non vi stancate a leggermi.

Ho imparato in Africa che la vita è piú facile e piú piacevole se si condivide. In Africa uno non si sente mai solo, perché la societá è strutturata in modo tale che sia facilissimo farsi degli amici e contare su di loro. Gli africani sono estroversi, orientati al prossimo, e si aiutano tra di loro. L’individualismo è un concetto puramente occidentale

Ho imparato in Africa a non disperarmi mai per niente. Ho conosciuto le storie di tanti africani, a volte storie molto tristi , fatte di espedienti , di tecniche di sopravvivenza, di esistenze dure. Eppure non si sa come, e non si sa in base a quali concetti logici, sanno che, prima o poi, una soluzione la trovano. Si disperano, ma non affondano

Ho imparato in Africa il concetto di tolleranza. Sono stata sempre tollerata, sia quando ero contenta, di buon umore, e facile da trattare, sia quando ero arrabbiata, frustrata e cupa. Non mi hanno mai lasciata sola quando hanno visto la parte buia di me.

Queste sono i tre concetti che volevo farvi arrivare…. Volete leggerne altri?  Nel mio libro “Le Statue di Ebano” li racconto tutti.

Cercami in Facebook :  Voci d’Africa – Michela De Marchi – autrice del libro Le Statue di Ebano

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Scrivimi qualcosa nei commenti o al mio email, aspetto con piacere qualsiasi cosa mi vorrai chiedere o dire!! 



martedì 16 settembre 2025

Come ho iniziato a fare volontariato in Africa

 Vi racconterò l’inizio della mia storia.... ma proprio gli albori, il primo insignificante dettaglio, che poi ha indirizzato per sempre le mie scelte. É strana la vita, da una piccolezza si arriva al significato di tutta una esistenza...

  Vivevo a Milano, e scesi un giorno le scale della metropolitana per arrivare ai treni. Non potevo immaginare che ci sarebbe stato un passo che avrebbe cambiato la mia vita per sempre. Vidi alla mia sinistra, appeso al muro delle scale, un cartello che invitava a una riunione informativa per dei progetti di volontariato in Asia e in Africa, e decisi di staccare la linguetta sul foglio che indicava un numero di telefono. 

Una volta a casa decisi di chiamare e poi partecipai alla prima riunione. Ne uscii meravigliata, impressionata, stanca di ascoltare ma con degli strumenti per riflettere e pensare, con tanta voglia di mettermi in gioco, con la sensazione che ci dovevo provare. 

Decisi così di seguire questo gruppo di persone, per vedere dove poteva portarmi tutto ció. Sono andata la prima volta in Africa con un gruppo di persone, e poi mano a mano ho trovato meno gente che voleva seguirmi, perché io ci andavo spesso, avevo in testa progetti sempre più chiari che volevo portare a termine, e ho trovato sempre meno persone disposte ad appoggiarmi, e cosi diventai autonoma e cominciai a disegnare e implementare i progetti in modo autonomo.  

Qui mi vedete con un gruppo di bambini, uno fra i collettivi di persone che ho piú ho voluto seguire.


E tutto è partito da un passo in metropolitana, e da un cartello arancione appeso al muro, da un pezzo di carta. Tutta la mia storia è raccolta nel mio romanzo “Le Statue di Ebano”: tutto ciò che scrivo nel romanzo è vero, corrisponde davvero a quello che, in tutti questi anni, ho dovuto affrontare. Racconto anche delle cadute, delle ferite, dei momenti cupi e delle lacrime che mi hanno fatto crescere in un percorso cosi complesso ma così appassionante che non mi sono mai pentita di aver fatto. Mi fareste molto felice se mi scriveste o chiedeste qualcosa, mi farebbe piacere condividere questa esperienza con tutti voi

giovedì 11 settembre 2025

Un'esperienza nel deserto


 

All'inizio di questo mese ho fatto un viaggio in Namibia, questa volta niente volontariato, solo un viaggio per scoprire e imparare. In questa foto mi vedete scalare una duna ! La Namibia é un paese che confina con il Sudafrica e si affaccia sull'Oceano Atlantico. È molto lungo e stretto (2000 km) e quindi riunisce una grande varietà di paesaggi. Un libro non basterebbe a descrivere l'intero viaggio e tutto ciò che questa esperienza ha potuto portarmi a livello emotivo e personale, ma mi concentrerò su un aspetto: il mio contatto con il deserto. Il deserto del Namib, dove sono stata, è il più antico del mondo. È un deserto di rocce, vegetazione bassa e piccole montagne. Ospita animali come antilopi e gnu e contiene una grande varietà di piante. Durante il giorno abbiamo guidato a lungo sul furgone che ha accompagnato tutto il gruppo a visitare il Paese, e davanti a me scorreva questa immensa distesa di terra, capace di farmi guardare verso l'orizzonte per cercare di toccarla. Il clima era secco e i colori erano brillanti e limpidi. A volte l'autista ci fermava nel mezzo della sua immensità per farci entrare in contatto con l'alta temperatura, capace di superare i 40 gradi durante il giorno, e percepire il silenzio assoluto. Ed era questo che mi affascinava di più: il deserto è una dimensione assoluta, come il mare, come una catena montuosa. È capace di farti immaginare quanto infinito possa essere lo spazio in assenza di tutto, quanto terribile possa essere il silenzio, quando ti costringe inevitabilmente a dialogare con te stessa, a parlare con te stessa attraverso immagini di una dimensione così grande da far sembrare minuscoli i tuoi problemi. Abbiamo dormito due notti in una tenda da campeggio nel mezzo di questa immensità, senza disconnetterci dalla natura, rimanendo attenti ai suoi messaggi, ai suoi rumori e apprezzando il tramonto con quella luce che solo il deserto sa dare. Dormire in tenda permette di osservare meglio la notte e di rendersi conto dell'infinità di stelle che, in totale assenza di luci artificiali, rendono il cielo una coperta luminosa. La sensazione di solitudine che ho provato durante quelle due notti è inspiegabile, una solitudine autentica, desiderata e reale, perché ero così lontana dal mio mondo, dall'inquinamento occidentale e dalla pressione umana. La notte africana, con la sua temperatura fredda, il suono del vento e il canto dei piccoli insetti disegna ricordi indelebili nella mente e dà speranza per un domani migliore.



domenica 7 settembre 2025

Perché ho scritto Le Statue di Ebano?

 

Ho scritto Le Statue di Ebano perché ad un certo punto della mia esperienza in Africa ho sentito il bisogno di scrivere per raccontare, scrivere per ricordare, e scrivere anche per superare. Un amico anni fa mi disse che scrivere è terapeutico. E io ricordo che mi chiesi… “addirittura?”  . Ora mi trovo a dover ammettere che quell’amico aveva ragione.

Scrivendo ci sentiamo importanti, ci sentiamo scrittori anche se non lo siamo, e quando sentiamo davvero qualcosa che ci tocca il sangue e le ossa sappiamo inspiegabilmente scrivere cosí bene da essere coinvolgenti.

Ho scritto le Statue di Ebano perché tanti passi fatti in Africa, tante energie , lavoro e tempo speso non fossero vani, ma perché riuscissero ad arrivare a tutti voi.

Ho scritto Le Statue di Ebano anche per ispirare chi, come me, sente che c’è bisogno di un mondo piú giusto, e vuole muovere i primi passi per raggiungerlo.

State con me e vi parlo della mia esperienza di 20 anni di volontariato in Africa , scrivetemi , mi farebbe tanto piacere leggere le vostre domande 😊

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giovedì 4 settembre 2025

 La creazione di questo blog nasce dalla motivazione a condividere e diffondere la mia esperienza di 20 anni di volontariato in Africa, nei quali ho ideato e promosso progetti di sviluppo sociale ed economico.

 Mi chiamo Michela, sono nata in Italia e sono appassionata di Africa da una vita intera. 

In questo blog voglio raccontavi di me, della mia storia, delle cose che mi fanno ridere ma anche di quelle che mi hanno fatto soffrire e arrabbiare, esperienze di vita, lezioni che ho imparato, idee, e storia.

Ho raccolto tutto questo nel mio romanzo "Le Statue di Ebano" dove parlo in modo monografico della mia esperienza sul suolo africano.

Spero che possiate restare a lungo con me, leggere le mie storie e seguirmi, e spero che possiamo, insieme, scambiare molte idee. 



Cosa mi ha insegnato l'Africa sul TEMPO

  Durante i miei progetti, mi trovavo sempre a dover fare una battaglia contro il tempo. Se per esempio volevo arrivare all’obiettivo di c...