Quest'oggi voglio condividere con voi quel giorno in cui uscí, in uno dei giornali della mia provincia, questo articolo che ha annunciato la nascita del mio romanzo.
É stato senz'altro un giorno importante, nessuno scrive mai di me.... :-) Spero vi possiate immergere in questa lettura, corta ma molto esaustiva sulla mia storia vera . Ecco qui l'articolo copiato per voi, e anche la foto (immancabile)
TUTTO QUELLO CHE HO IMPARATO SUL MONDO DELLA COOPERAZIONE
Parte da Selva
del Montello e arriva all’Africa, passando per Venezia, Milano e la Catalogna,
la Strada di Michela De Marchi, autrice del libro “Le Statue di Ebano, la mia
vita in Africa”. La cooperazione internazionale e lo sviluppo di progetti
sociali ed economici sono al centro della sua attenzione ormai da molto anni,
anche grazie al sostegno economico dell’azienda farmaceutica per cui lavora a
Barcellona nel settore amministrativo.
Il titolo del
volume, dato alle stampe ai primi di luglio, prende spunto da un episodio
specifico.
“Mi trovavo in un
mercato e avevo visto alcune statue fatte con quel legno tipico dell’Africa
Occidentale: mi piacevano molto (a casa ne ho molte e tante le ho anche
regalate) e mi sono messa a negoziare sul prezzo di una che volevo portare a
mio padre. Raffigurava una donna e il venditore non voleva cedere su un paio di
euro, partendo da un valore di 50. Alla fine l’ho spuntata io, mentre un
turista normale avrebbe pagato il primo prezzo proposto È stato un episodio
significativo, di cui racconto anche nel testo”. Michela, dopo gli studi in
economia del Turismo a Ca’ Foscari, si è trasferita a Milano una ventina di
anni fa. “È qui che ho visto una locandina che proponeva dei corsi di
volontariato in Africa. Quando andavo alle medie mi era rimasta impressa la
testimonianza di una cooperante che aveva lavorato in Sudamerica con progetti
di sviluppo e aiuto alle popolazioni
locali: allora, nel 1990, non mi sarebbe stato possibile, ma poi ho colto l’occasione
e mi sono dedicata anche io alla cooperazione”.
Il riferimento
formativo è stato all’interno del movimento umanista, organizzazione internazionale
di volontari nata in Argentina nel 1969. “Sono stata una quindicina di volta in
Senegal, due volte in Mali e in Uganda. Qui la mia azienda mi ha finanziato un
progetto di ampliamento di una scuola, per costruire un dormitorio per bambini orfani:
ero in contatto con una mia amica che mi aveva raccontato di come i bambini
dormissero per terra. Con poche migliaia di euro abbiamo completato l’opera, di
cui ho seguito personalmente il progetto. Ho sviluppato anche un’azienda per il
riscatto delle donne che soffrono di albinismo, doppiamente discriminate per la
loro malattia”.
Il libro, in forma di romanzo autobiografico, non è la prima esperienza di scrittura per Michela, che collabora con un settimanale catalano, dove cura la pagina dedicata agli stranieri residenti in Spagna. Il ricavato della vendita sosterrà altre iniziative. “Ho in mente un progetto più duraturo per i bambini abbandonati in Senegal”. Il testo si trova nelle cartolibrerie Martini, Brunello e Zanatta di Volpago e anche alla 2M di San Pelaio. “Se dovessi sintetizzarlo, lo definirei come il racconto di tutto quello che ho imparato sul mondo della cooperazione, sulla società africana e la storia con i suoi problemi economico politici attuali” – Mirco Cavallin
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